Cari soci,
abbiate pazienza se oggi mi rivolgo solo alle colleghe.
Sono certa che tra di noi c’è chi aborre l’8 marzo con tutti i suoi schiamazzi giallo mimosa e chi invece, orgogliosamente, ne rivendica le celebrazioni. Io sto nel mezzo, ma ho sentito lo stesso il desiderio e il piacere di scrivervi.
Abbiamo ancora troppe posizioni da difendere, troppi squilibri da compensare. Dobbiamo lottare per stipendi equi e per il riconoscimento del nostro talento, per un’organizzazione più razionale della nostra vita, in una società esplosa dove sono rimaste le donne a farsi carico degli aspetti assistenziali, senza per questo rinunciare a carriere brillanti.
E da chirurghi plastici (scusate, ma l’ho detto nel mio discorso di insediamento quale presidente che sono contraddittoria, e pur essendo femminista convinta scelgo di essere chiamata chirurgo, per convenzione universale) ci muoviamo in un mondo prettamente maschile, nel quale è difficile emergere per fare la differenza. Differenza in senso stretto, senza alcuna sfumatura qualitativa, ma semplicemente la differenza.
Di una cosa sono sicura e la voglio condividere con voi: oggi siamo capaci di fare squadra e quando raggiungiamo un obiettivo lo condividiamo immediatamente con le nostre compagne e colleghe. Non solo, ma con tutte quelle categorie che hanno bisogno di essere incluse nei processi di miglioramento.
E così vi saluto e vi faccio i miei auguri per l’8 marzo, condividendo con voi il discorso fatto da Frances McCormand la notte degli Oscar dopo avere ritirato la statuetta. Dice così: «Tutte abbiamo storie da raccontare e progetti da finanziare. Non parlateci di questa cosa alle feste di stasera. Invitateci nel vostro ufficio tra un paio di giorni o venite nel nostro, come credete meglio, e vi diremo tutto”. E poi fa alzare tutte le donne in sala condividendo il premio con loro.
Ecco, il mio augurio è questo: che le ricorrenze e i premi, le posizioni di potere conquistati dalle donne siano una porta d’accesso per i progetti di tutte.
Guardatevi il video, lei riesce a essere più coinvolgente di me.
Adriana Cordova
Presidente SICPRE