Nei giorni scorsi è mancato Hanno Millesi, professore di Chirurgia Plastica all’Università di Vienna e direttore, nella stessa città, del prestigioso Istituto Ludwig Boltzmann per la Chirurgia Plastica Sperimentale.
Qui sotto il ricordo scritto da un suo allievo, il prof. Aurelio Portincasa.
Hanno Millesi 24 marzo 1927- 28 aprile 2017
E’ venuto a mancare all’affetto dei suoi cari, degli allievi e dei pazienti il Prof. Hanno Millesi, pioniere internazionale della Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, della mano, della microchirurgia dei tronchi nervosi periferici e degli innesti nervosi.
Nato in Carinzia nel 1927, laureatosi a soli 24 anni presso l’Università di Innsbruck, nel 1961 diviene Direttore della Unità di Chirurgia Plastica della Prima Clinica Chirurgica dell’Università degli Studi di Vienna, nel 1972 Professore Associato e successivamente Ordinario nel 1982.
Dal 1975 e’ stato direttore anche del prestigioso “Istituto Ludwig Boltzmann per la Chirurgia Plastica Sperimentale” dell’Università di Vienna.
Professore Emerito presso l’Università degli Studi di Vienna dal 1995, era direttore del “Centro Millesi” per la chirurgia del plesso brachiale e dei nervi periferici.
Nel corso della sua lunga e brillante carriera è stato insignito di innumerevoli premi e riconoscimenti ad altissimo livello, sia nazionali che internazionali: dall’Austria a tutta l’Europa, dall’America alla Cina.
Autore di centinaia fra testi e pubblicazioni scientifiche innovative sugli innesti nervosi periferici, sul morbo di Dupuytren e sulla chirurgia del plesso brachiale e dell’arto superiore.
Operatore instancabile fino agli ultimi giorni, dedito al lavoro e non meno alla famiglia, maestro di vita e di chirurgia per quanti di noi abbiamo avuto la fortuna di lavorare con lui ed arricchirci professionalmente ed umanamente dalla sua inesauribile fonte di grande Uomo e Chirurgo.
Grazie Professore a nome di tutti per l’eredità che ci ha lasciato e per averci insegnato con il suo esempio che:
“Le persone veramente grandi non incutono mai paura, la loro affabilità ti mette a proprio agio.
Se una persona “importante” ti incute terrore, non è un grande, ma crede soltanto di esserlo”.