Traumi ad alta energia coinvolgono spesso le estremità dal corpo umano e le lesioni derivanti possono determinare danni severi agli arti superiori e/o inferiori, privando così il paziente delle sue estremità e comportando danni funzionali molto gravi. Le principali applicazioni della chirurgia plastica sono a livello delle mani, dove, anche per traumi banali di tipo lavorativo o domestico, si possono perdere importanti funzioni come la flessione e l’estensione delle dita e la sensibilità. In questi casi è importante effettuare una corretta diagnosi ai fini di ristabilire la funzionalità perduta delle dita. Gli interventi più frequentemente effettuati riguardano la sutura dei tendini flessori ed estensori delle dita delle mani e interventi più complessi come il ripristino della continuità nervosa. Si può arrivare sino a interventi complessi di microchirurgia che permettono, qualora ci sia una indicazione opportuna, il reimpianto di dita, di mani o di arti. Tali procedure di solito vedono la collaborazione con gli ortopedici. La chirurgia plastica ricostruttiva riveste un ruolo fondamentale anche nelle fratture esposte, nelle ferite complesse che interessano più tessuti oltre la cute, e a seguito di asportazioni di tumori benigni e maligni dei tessuti molli e/o delle ossa. Campi ulteriori d’applicazione della chirurgia plastica a livello degli arti sono rappresentati dalla piaghe da decubito che si creano nei pazienti costretti a letto in seguito a gravi incidenti oppure nei pazienti para/tetraplegici. Tali lesioni da decubito si possono verificare a livello della regione sacrale, del tallone, del troncantere e delle ginocchia. Compito del chirurgo plastico sarà quello di riparare questi difetti utilizzando lembi locoregionali qualora possibile. Altro campo di applicazione della chirurgia plastica è rappresentato dai pazienti vasculopatici (per esempio nel diabete) oltre che in casi di arteriopatia obliterante periferica, specialmente in soggetti diabetici, nel caso di ulcere vascolari e neoplastiche.