In Italia l’incidenza di BIA-ALCL è di 2,8 casi su 100.000 (fonte: Ministero della Salute). Una percentuale molto bassa, quindi, ma che comporta in ogni caso la responsabilità della diagnosi. Ecco quindi il vademecum da seguire di fronte a un sospetto caso di BIA – ALCL.
SOSPETTO CLINICO
Si ricorda che BI-ALCL si manifesta nella grande maggioranza dei casi con un sieroma freddo tardivo mediamente a distanza di 7-8 anni dall’impianto protesico. In ogni caso, nell’eventualità di un versamento non infiammatorio e non post-traumatico che si presenta 12 mesi dopo l’intervento, è indicato effettuare indagine ecografica o, eventualmente, in caso di dubbio, RMN. La diagnosi viene posta sulla base del prelievo del liquido periprotesico.
Solo raramente BI-ALCL si manifesta come una massa periprotesica; in tale caso la diagnosi viene posta inizialmente con ecografia e RMN e dovrà essere confermato dalla biopsia. Per questi motivi, per le donne portatrici di impianti mammari, è attualmente raccomandata un’ecografia annuale di studio delle protesi.
COME EFFETTUARE IL PRELIEVO
Sotto guida ecografica, prelevare almeno 20 cc di siero. Il prelievo deve essere conservato in frigorifero ed inviato fresco entro 24 ore al laboratorio di anatomia patologica, specificando nella richiesta il sospetto di BI-ALCL. In presenza di cellule morfologicamente atipiche, l’anatomopatologo procederà alla colorazione immunoistochimica per la ricerca dell’espressione dell’antigene CD30. È bene prelevare quanto più liquido possibile (anche per svuotare il sieroma). In particolare, si raccomanda di prelevare altri 20 cc che devono essere fissati con formalina al 10% con rapporto 1:1 (20 cc di siero e 20 cc di formalina). La fissazione con formalina è da considerare sia per avere ulteriore materiale disponibile per una seconda valutazione, sia, soprattutto, nell’evenienza di non disporre di un centro di anatomia patologica nelle vicinanze o comunque non raggiungibile entro le 24 ore. Inoltre, un ulteriore prelievo di alcuni cc può essere inviato per esame culturale al fine di escludere infezioni.
Il Ministero della Salute ha individuato i seguenti centri, che sono da intendere di secondo livello, ai quali indirizzare i campioni nei casi dubbi:
– Istituto Europeo di Oncologia di Milano
– Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma
– Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale di Napoli
– Ospedale Oncologico Businco di Cagliari
– Ospedale Vittorio Emanuele II di Catania
– AOU Città della Salute e della Scienza di Torino – Ospedale Molinette
– Istituto Oncologico di Padova
– IRCS Istituto Oncologico Giovanni Paolo II di Bari
– Policlinico S. Orsola – Malpighi di Bologna
In caso di diagnosi di BI-ALCL, le pazienti devono essere indirizzate a un centro specializzato di oncoematologia per valutazione interdisciplinare e stadiazione della malattia anche con esame PET. Si ribadisce la necessità di porre una diagnosi di certezza e di stadiazione della malattia prima di intraprendere l’intervento chirurgico. Per il trattamento chirurgico si rimanda a quanto presente in letteratura.
Fonti bibliografiche:
– parere CSS del 6.5.2019
– circolare del Ministero della Salute del 16.5.2019
– Achieving Reliable Diagnosis in Late Breast Implant Seromas: From Reactive to Anaplastic Large Cell Lymphoma. Di Napoli A.; Plast. Reconstr. Surg. 143: 15S, 2019
OBBLIGO DI SEGNALARE I CASI DI BIA-ALCL AL MINISTERO DELLA SALUTE
Nella circolare n. 0011758 dell’11/03/2015 sono contenute tutte le indicazioni per consentire agli operatori sanitari la segnalazione al Ministero della Salute dei nuovi casi di BIA-ALCL diagnosticati. Si rammenta l’obbligatorietà della segnalazione ai sensi degli articoli 9 e 23 del Decreto Legislativo 46/97.
Si riporta comunque quanto scritto nel parere del Consiglio Superiore di Sanità del 6.5.19. “Ogni nuovo caso di BIA-ALCL dovrà essere riportato nel registro nazionale utilizzando un modulo pubblicato on-line sul sito del Ministero della Salute. Nel compilare i campi di registrazione, si raccomanda di porre particolare attenzione alla descrizione dell’evento, che dovrà contenere precise informazioni su: tipo di protesi mammaria impiantata al momento della diagnosi; data dell’impianto; tempo intercorso tra impianto e comparsa dei sintomi; sintomatologia in corso: iter diagnostico; stadiazione della neoplasia; terapia intrapresa.”
Daniele Fasano, 7 giugno 2019